domenica 19 novembre 2017

STEP 2 - H) Le narrazioni della cosa artificiale


La narrazione scientifica riempie di varie attenzioni le fibre, degna di nota è la narrazione che fa il prof. A.Stefani dell'istituto Michelangelo di Roma sulle fibre muscolari.
La fibra muscolare è considerata l'”unità funzionale” del muscolo scheletrico o, più semplicemente, una delle tante cellule che lo compongono. Ogni muscolo è infatti formato da un certo numero di fascicoli, a loro volta costituiti da cellule chiamate, appunto, fibre muscolari.
Grazie a queste unità cilindriche, l'energia liberata dalle reazioni metaboliche si trasforma in energia meccanica che, agendo sulle leve ossee (articolazioni), realizza il movimento.


E’ importante sapere che il nostro sistema nervoso, quando pianifica un movimento e manda l’impulso alle fibre muscolari di contrarsi, non manda un impulso uguale a tutte le fibre ma solo ad alcune.
In pratica vengono attivate SOLO ALCUNE delle fibre muscolari che compongono il muscolo, NON TUTTE (vedi fig. in alto).
Gli allenamenti fisici che facciamo servono non solo per migliorare il tono dei nostri muscoli ma anche per aumentare le connessioni fra le fibre muscolari e il nostro sistema nervoso.
Il risultato è che un muscolo poco allenato non è tonico, si affatica subito ed utilizza poche delle sue fibre muscolari mentre un muscolo allenato è tonico, ha una resistenza più alta alla fatica ed utilizza molte delle fibre muscolari al suo interno perché vengono sviluppate più connessioni con il sistema nervoso.
Le fibre muscolari scheletriche sono le più grandi cellule dell'organismo. All'interno di ogni muscolo si riconoscono diversi tipi di fibre, classificate in base alla RESISTENZA ed alla VELOCITA’ DI CONTRAZIONE.
Le fibre muscolari vengono classificate in 3 categorie:
1) FIBRE ROSSE A CONTRAZIONE LENTA (Tipo I)
2) FIBRE BIANCHE INTERMEDIE (Tipo IIa)
3) FIBRE BIANCHE A CONTRAZIONE RAPIDA (Tipo IIb) 

Purtroppo le proporzioni in cui le differenti fibre muscolari sono presenti all'interno del nostro corpo sono per la maggior parte predeterminate geneticamente. E’ possibile stimolare nel tempo alcuni cambiamenti della composizione, ma non in una misura significativa.

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